Associazione Piazza San Marco
chiudi
003

Affissioni, riesplode la guerra: «I cartelloni sono li' da anni e servono solo a raccogliere pubblicita'. Ma i lavori sono fermi»

I lavori sono fermi da anni e più di qualcuno, neanche tanto maliziosamente, si dà da tempo anche una spiegazione: quel megacartellone sulla facciata dell’Ala Napoleonica non serve a coprire i lavori di restauro, ma a raggranellare soldi - pecunia non olet - da reinvestire nelle opere di salvaguardia di Venezia. Opera meritoria, certamente. Fa comodo: quale posto migliore per fare pubblicità a qualsiasi grande e prestigiosa marca proprio di fronte alla Basilica di San Marco? Così, mentre i lavori sulla facciata - eufemisticamente - languono, si approfitta dello spazio disponibile per incamerare soldi. Giusto? Giustissimo, ma per quanto tempo ancora? E se lo sono chiesto, e se lo chiedono sempre più spesso, anche i commercianti di Piazza San Marco che, avendo sott’occhi il procedere spedito dell’intervento di pulizia e maquillage delle Procuratie Vecchie, che si pagano di tasca propria con la decisiva collaborazione di un «inquilino» non comune come le Assicurazioni Generali, hanno iniziato a chiedersi per quanto ancora dovranno vedere la modella mozzafiato sull’Ala Napoleonica oppure la reclàme di questo o quell’orologio di marca. «É mai possibile - spiega il presidente dell’Associazione di Piazza San Marco, Alberto Nardi - che non si possa conoscere la tempistica dei cantieri? Fino a che punto c’è la volontà di rispettare i tempi di conclusione dei lavori? Vengono spesso e volentieri accampati svariati motivi: il tempo meteorologico; gli appalti, etc. In realtà, si favorisce una situazione anomala che danneggia i commercianti costretti a stare con le impalcature per anni! Il caso del Caffè Aurora con il cantiere del campanile lì accanto è emblematico. E quindi il vecchio gestore ha deciso di passare la mano. Troppo difficile lavorare». Ragione da vendere. Nardi racconta come da vent’anni, sotto le Procuratie Vecchie, ci sia una grata che limita i danni per degli stucchi caduti a terra, quasi vent’anni fa. «Me la ricordo da quando ero ragazzino - dice - E in tutti questi anni non si è trovato nessuno che potesse mettere un euro per il restauro? Sull’Ala Napoleonica sarà la stessa cosa? In realtà, al di là della sporcizia alla base delle colonne dell’edificio, si sta creando sempre più un danno commerciale notevolissimo. E pensare che, più volte abbiamo chiesto alla Soprintendenza che invece dei megacartelloni, vi fossero interventi più rispettosi, di minor impatto. Mai avuto risposta nonostante si abbia un buonissimo rapporto di collaborazione. Ma dove sono finiti i soldi raccolti da Venezia Marketing & Eventi? E Sms Venice che fine ha fatto? Mi sa che i soldi raccolti sono serviti a pagare le spese. Loro». Una situazione che assume anche un pizzico di ironia a proposito del cartellone che reclamizza Istanbul come capitale europea della Cultura. «Sembra quasi una beffa conclude Nardi - con tutto il rispetto per Istanbul».