Associazione Piazza San Marco
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Giampietro Gagliardi, Generazione '90

Come immagina Venezia nel futuro?
Partirei da come la vedo adesso e ora la vedo in grossa difficoltà. La città manca di progettualità, manca di lungimiranza, manca di spazi, e le soluzioni tardano ad arrivare. Ho molto sperato che con la Brexit che Venezia fosse la destinazione per tutte quelle multinazionali alla ricerca di spazi dove far convogliare le proprie sedi: purtroppo nulla è arrivato. Sembra che per Venezia non si riesca a pianificare a lungo termine, la città si sta inesorabilmente spopolando. Quello che vorrei in futuro è che si capisse il vero bisogno delle persone. Io faccio parte di una realtà associativa che è sempre a stretto contatto con le persone ma non siamo mai stati interpellati dal Comune. Le municipalità parlano con i cittadini, ma non parlano tra di loro. Le persone che crescono a Venezia, si formano a Venezia oppure si formano altrove, raramente ritornano in città. Una volta moltissimi universitari si fermavano in città, oggi molto meno rispetto al passato. Dobbiamo avere energie nuove che vengono da persone che hanno un modo diverso di vedere il mondo. Altrimenti saremo sempre legati alla monocoltura turistica.

Cosa possono fare la politica e i cittadini per una rinascita di Venezia?
La politica deve tornare a parlare con i cittadini, i cittadini a fidarsi della politica. Non è vero che i cittadini si disinteressano della politica, piuttosto non si fidano dei rappresentanti politici. Mancano gli incontri diretti dei politici con i cittadini, i dialoghi aperti e di persona, il confronto è fondamentale.

Proponga un'idea specifica in almeno uno di questi ambiti: ambiente, residenzialità, lavoro, cultura, sicurezza, turismo.
Venezia, più di altre realtà urbane, vede intrecciarsi in modo inestricabile ambiente, residenzialità, lavoro, cultura, sicurezza e turismo. L’ambiente è strettamente connesso con la residenzialità. Pensiamo solo all’inquinamento da polveri sottili: lo sforamento a Venezia delle soglie massime è ormai cosa abituale, soprattutto in certi periodi. L’inquinamento dei vaporetti non è più tollerabile, devono essere cambiati. Chi sceglierebbe Venezia come luogo di residenza con queste premesse?La raccolta differenziata è rivolta ai cittadini, mentre per i 30 milioni di turisti non c’è raccolta differenziata nei tanti cestini della città, per le misure antiterrorismo. È un momento per reinventare Venezia, forse un anno 0: questa è l'occasione di riprogrammare la questione ambiente a Venezia, ma bisogna farlo al più presto, non si può più rimandare. Perché non mettiamo a frutto le idee dei quasi 25.000 tra studenti, professionisti che gravitano attorno alle università? La residenzialità è strettamente collegata al lavoro, che non può essere solo turismo e tra l’altro non legato solo a un certo tipo di turismo. Venezia ha un tasso di ritorno, cioè turisti che tornano a visitare la città dopo esserci stati una sola volta, molto basso. Dobbiamo chiederci perché queste persone non tornano a visitare Venezia. Io dico che rimango delusi, non sono assolutamente soddisfatti dei servizi base, spesso si sentono truffati. L’esperienza turistica deve essere ripensata e per farlo servono competenze migliori. La città ha bisogna ora più che mai di progettualità a lungo termine, visione e pragmatismo, purtroppo in passato l’unica programmazione concreta è stata su come guadagnare.
Giampietro Gagliardi, Generazione '90