Il Corriere del Veneto: “Beffa del Mose, salvate anche Piazza San Marco”
In un lungo e dettagliato articolo, il Corriere del Veneto di oggi nella sua pagina regionale denuncia il fatto che anche con il Mose in funzione nel 2016 alcune aree della città di Venezia, in primis Piazza San Marco, andranno ancora sotto acqua. “La grande opera, scrive il giornale, non proteggerà il suo centro storico, simbolo della città nel mondo. Lo denunciano compatti e agguerriti gli abitanti della piazza, gli imprenditori, i commercianti, i ristoratori, i famosi caffè Quadri e Florian e pure la Basilica di San Marco per bocca del suo proto, l’architetto Ettore Vio, che lancia l’allarme usando la matematica: «Se, come hanno deciso, il Mose verrà alzato soltanto quando la marea è a 110 centimetri, il problema non è affatto risolto perché la Basilica inizia ad andare sott’acqua a 80 e nel 2014 è successo 200 volte. Se non si interviene in tempo rischiamo di perdere un patrimonio immenso, mosaici del tredicesimo secolo compresi». L’associazione Piazza San Marco, che riunisce oltre cento fra esercenti e grandi appassionati di Venezia (il 10% dei soci è straniero) ha preparato un documento di denuncia e di rabbia. «E’ uno scandalo: hanno speso oltre 5 miliardi per fare il Mose, hanno rubato decine di milioni in tangenti e non sono riusciti a fare le opere complementari di San Marco. Restituiscano le mazzette e con quei soldi salviamo la piazza più bella del mondo», esce allo scoperto Alberto Nardi, presidente dell’Associazione e titolare dell’omonima storica gioielleria”. Non solo il giornale denuncia questo grave problema infatti, come è noto, l’Associazione Piazza San Marco da tempo ha iniziato una campagna su questo specifico tema preparando anche un dettagliato dossier a dimostrazione dell’impegno continuo dei suoi soci in difesa di quel patrimonio storico dell’umanità che la Piazza San Marco rappresenta.
Leggi l’articolo uscito sul Corriere del Veneto il 2 gennaio 2014