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#RiscrivereilFuturo: Fabio Moretti, Presidente Accademia di Belle Arti di Venezia

Come immagina Venezia nel futuro?
La Venezia del futuro spero sia una città aperta ai visitatori come sempre avvenuto nella sua storia millenaria, ma anche un luogo nel quale si possano sviluppare attività sostenibili e "gentili". Una città che si ripopoli attraendo nuovi abitanti e rifugga dalla strada della monocultura turistica che ha favorito situazioni ostili ai residenti e che in questi ultimi tempi ha dimostrato anche i propri gravi limiti concretizzatisi con l'esposizione a rischi economici inimmaginabili prima dell'attuale gravissima crisi. Penso alla ripresa dell'artigianato di qualità, all' ampliamento della popolazione studentesca e dei docenti abitanti in città, al favore da accordare ad iniziative culturali qualificate più che a manifestazioni di massa per le quali Venezia non è vocata. Sarà imprescindibile un cambiamento di mentalità necessario per la sopravvivenza della città e per il quale mi auguro si sia pronti. Venezia potrebbe diventare uno straordinario laboratorio di come, a seguito di una sciagura, si possa invertire una rotta rivelatasi sbagliata.

Cosa possono fare la politica e i cittadini per una rinascita di Venezia?
La politica dovrebbe porre in essere strumenti di defiscalizzazione per chi a Venezia desidera svolgere attività di impresa e stimoli ai proprietari di immobili per locarli a residenti e specialmente a giovani famiglie anziché a turisti. E così dovrebbero fare i cittadini rinunciando almeno in parte alle facili, ma letali per la città, rendite di posizione del passato per favorire nuova residenzialità. Penso anche ad una sorta di concorso internazionale di idee sponsorizzato dalla politica che permetta di coinvolgere le migliori intelligenze del mondo per dare contenuti concreti al tanto spesso evocato Statuto Speciale, però tutto da immaginare e da ottenere.

Proponga un'idea specifica in almeno uno di questi ambiti: ambiente, residenzialità, lavoro, cultura, sicurezza, turismo.
I viaggiatori del prossimo futuro vorranno muoversi solo se le condizioni di sicurezza del luogo dove andranno saranno tali da garantire un soggiorno senza timori e particolarmente senza il rischio di essere infettati da questo (o da altro) virus. Escluderei quindi che, anche se permessi, grandi agglomerati di persone con forti elementi di prossimità e promiscuità possano attrarre visitatori per Venezia. Ristoratori, albergatori ed operatori del turismo dovranno pertanto introdurre tutte le regole che verranno individuate e che già almeno in parte conosciamo: mascherine, guanti, igiene, distanze, sanificazione di ambienti etc. Penso allora che forse la città di Venezia dovrebbe dotarsi di una struttura seria ed indipendente tale da vigilare sull' operato di chi accoglierà i turisti e da garantire che coloro che la visiteranno andranno in un luogo dove tali misure di sicurezza sono rigorosamente rispettate. Una struttura dotata di ispettori e con poteri sanzionatori. Una sorta di autorità di certificazione di qualità sanitaria, al servizio del viaggiatore ed anche dell'industria del turismo per una Venezia "virus free”. Questo forse potrebbe permettere una ripresa più rapida, cosciente, moderata ed etica del turismo, che però dovrà comunque lasciare spazi ad altre iniziative e realtà economiche per la città.

Fabio Moretti, Presidente Accademia di Belle Arti di Venezia

Per il progetto #RiscrivereilFuturo di Venezia Venezia da Vivere e Associazione Piazza San Marco hanno intervistato imprenditori, curatori, direttori di istituzioni culturali, rettori e docenti universitari, albergatori, organizzatori di eventi e cittadini, che a Venezia vivono e lavorano. Un dibattito aperto con la cittadinanza per far nascere un’idea di città in equilibrio con l’ambiente, il lavoro e la sua civitas.