#RiscrivereilFuturo: Marco Capovilla, Fondatore Gruppo Venezia Pulita
Come immagini Venezia nel futuro?
Al di fuori di un discorso socio-politico-economico, stando a quanto dicono gli studiosi del cambiamento climatico, Venezia sarà allagata sempre con maggior frequenza. Quanto sarà allagata dipende da quanto riusciremo a ridurre le emissioni ma è certo che andrà sotto acqua a meno che non venga sollevata la terra su cui sorge o la laguna venga isolata dal mare. Pochi ne parlano ma è così, fa male pensarci, fa male non tanto perché è Venezia, ma perché Venezia è casa mia e di altri.
Cosa possono fare la politica e i cittadini per una rinascita di Venezia?
I cittadini devono studiare, devono capire le cose, serve pensiero critico per capire la situazione e andare oltre il proprio orticello. Venezia è stata compromessa dall’avidità, dal soldo facile alla portata di tutti. Nessuna fortuna incredibile ma una ricchezza decisamente diffusa senza troppi sacrifici. Denaro fine a sé stesso. Un male enorme. I politici, quelli buoni, posso contribuire a questo. A mostrare che si può vivere al di fuori di certi schemi monotoni, monotematici. Non un ritorno al passato ma uno sguardo al futuro con un occhio sempre al passato, da dove si viene.
Proponga un’idea specifica in almeno uno di questi ambiti: ambiente, residenzialità, lavoro, cultura, sicurezza, turismo.
Ambiente: riduzione di tre fonti di inquinamento. Barche a motore: propulsione elettrica per trasporto pubblico nel più breve tempo possibile. Incentivare motori a combustione di ultima generazione su altre imbarcazioni in attesa che l’elettrico sia economicamente abbordabile da tutti gli utenti. Utilizzo di vernici antivegetative (c.d. sottomarino o antifouling) a basso impatto. Sono prodotti biocidi, atti a non far sviluppare vita sullo scafo, sono inquinanti sia a Venezia sia a livello globale. Serve trovarne di sostenibili, a bassissimo impatto. Obbligo di detergenti e cosmetici a basso impatto. Hanno un impatto enorme, inutile creare un sistema fognario dal costo di centinaia di milioni di euro per trattare le acque. Vi sono già fosse biologiche e depuratori che però vanno usate riversandovi meno chimica pericolosa. Servono prodotti che tutelino salute dell’ambiente e delle persone. Che facciano di Venezia un esempio mondiale come avvenne nel 1988 quando il sindaco Casellati, persona sensibilissima alle questioni ambientali, vietò la vendita di prodotti contenenti fosfati per lottare l’eutrofizzazione della laguna. Questa azione portò al bando dei fosfati dai detergenti di tutto il mondo. Fu fatto oltre 30 anni fa, si può fare oggi, subito. Basta acqua in bottiglia, basta. Milioni di bottiglie ogni anno perché nessuno dice ai turisti che l’acqua di fontane e rubinetti è buona. Inutile vantare acqua di alta qualità se poi non si promuove. Siamo sommersi dalla plastica, c’è chi vive vendono ai turisti praticamente solo acqua in bottiglia ma non si può assolutamente continuare così. Che sia una presa di conoscenza o un obbligo della pubblica amministrazione con leve fiscali opportune, tutto questo uso di acqua in bottiglia deve finire. Lavoro: serve lavoro altro dal turismo. Economia diversificata, e poi servono abitanti. Con residenti la città torna a vivere, non importa da dove vengano, basta che sia gente cui piace stare a Venezia, che si ritrovano a vivere tra canali calli e campielli, il resto viene da sé.
Marco Capovilla, Marco Capovilla, Fondatore Gruppo Venezia Pulita